Un progetto della Stanford University, non certamente recente, che si basa sulla collaborazione di svariate migliaia di utenti che mettono a disposizione le risorse delle proprie CPU per nobili propositi di ricerca.
Alcune informazioni che riporto direttamente dal sito di
Folding@Home:
Cosa sono le proteine e perché si avvolgono? Le proteine sono la base della biologia, queste molecole sono vere e proprie macchine miniaturizzate. Al fine di espletare una specifica funzione biochimica esse si avvolgono. Tale processo di aggregazione, benché fondamentale in tutta la biologia, rimane ancora un mistero per la scienza umana. Come ben sappiamo, quando questi avvolgimenti non si formano nella giusta maniera possono produrre effetti nefasti a livello organico attraverso malattie quali Alzheimer, mucca pazza (BSE), CJD, ALS, Huntington e Parkinson.
Cosa fa Folding@Home? Folding@Home è un progetto computazionale distribuito per lo studio degli avvolgimenti, delle dissociazioni ed aggregazioni delle proteine e delle loro relative incidenze sulle malattie. Usiamo algoritmi computazionali avanzati diffusi su larga scala per simulare comportamenti biochimici delle proteine calcolati su tempi migliaia di volte più estesi di quelli considerati in passato. Questo ci ha consentito di simulare la concatenzazione delle proteine per la prima volta e adesso ci permette di studiare le malattie legate alle mutazioni in questo processo biologico fondamentale.
Mi sono chiesto il motivo per il quale non avessi ancora installato il client di F@H sul PDC di FaITh, sulla mia workstation in ufficio e sul portatile... Poter regalare un po' di potenza di calcolo nei momenti in cui la macchina non lavora, per supportare un progetto di ricerca molto importante, mi sembra una cosa veramente bella!
Ed è così che ho fatto, ormai quasi tre settimane fa: ho installato il primo client su amohi.home.net, per vedere come si comportava e per provare se effettivamente utilizzasse la CPU solo nell'"idle time" e non anche in altri casi. Tutto ok, il programma è carino, sta con il suo bel fiorellino rosso nella systray e non rallenta assolutamente il sistema; durante i tempi di elaborazione mostra le sequenze delle WUs (Working Units) che sono in processo in quel momento e visualizza le statistiche aggiornate del donatore (ovvero colui che presta la sua macchina per il progetto).
Nel giro di un'ora il client di F@H era già installato sul portatile e su blade1.faith.net (è brutto non utilizzare le risorse di un PDC che occupa solo il 40% della propria CPU per gestire reti, DNS, HTTPS, Freenet e TOR, lol). Ho configurato i client sulla workstation e sul PDC per processare pacchetti più grandi di 5Mb, visto l'alto tempo di uptime (anche Amohi resta acceso per molto tempo), mentre ho lasciato le impostazioni di default ed attivato l'opzione per il risparmio della batteria su Quasar (il portatile).
Il morale della favola è che anche avendo il client di Folding@Home attivo in background il proprio lavoro non viene rallentato in alcuna maniera, e si è certi che il proprio computer è sfruttato anche per un bellissimo scopo di ricerca. Per un piccolo esempio di quello che si può fare potete aprire la mia
pagina delle statistiche direttamente sul sito di F@H.
Nel lontano 1997 ero membro del progetto Seti@Home, ma ricordo di aver avuto diversi inconvenienti con il pc dell'epoca (PIII 500MHz, 128Mb RAM PC133) ed ho a malincuore abbandonato la ricerca. Ora, anche con l'ausilio di uno dei servers di FaITh.net, ho felicemente riscoperto la filosofia del distributed computing per un motivo un po' più "terreno". Per maggiori info vi rimando alla traduzione italiana di alcune sezioni del
sito del progetto. Seguite il mio esempio, và... :P